Una sera di queste, una cena con le amiche e poi, tornando a casa, ecco che incontriamo tutti i castelli di Langa illuminati dai colori della bandiera italiana. Bellissime immagini, tante emozioni che ci accapponano la pelle e infine questo scorcio di Barolo e il suo castello e qualche riflessione che mi frulla in testa.
Quel castello e quei colori sono lì a richiamare sentimenti patriottici e di comunità che mai come oggi andrebbero recuperati. Perché Barolo è un piccolo paese, ci conosciamo tutti, sappiamo chi è quella persona, a che famiglia appartiene, ma poi?
Mi è capitato spesso di trovarmi qua e là nel mondo e di affermare orgogliosamente "io sono di Barolo", come se tutti sapessero dove fosse e cosa fosse il Barolo. E spesso era così...
E Barolo è soprattutto il suo vino e i suoi produttori: ognuno con la sua storia, la sua filosofia, la sua capacità produttiva e il suo amore per questo meraviglioso territorio.
Siamo stati fortunati e siamo stati bravi a contribuire, ognuno nel suo piccolo o grande, alla crescita del nome di Barolo nel mondo, ma forse è giunto il momento di abbandonare giudizi e pregiudizi e lasciare spazio a quello che ci unisce davvero: il Barolo. Vorrei davvero che quella bandiera stampata sul nostro castello fosse il primo segnale di una comunità che vuole conoscersi meglio. Perché Barolo siamo noi.
Rileggendo questo pezzo però, mi accorgo che sono solo belle parole saltate fuori dopo una serata di giugno della fase 3 con le amiche e una bottiglia di Pinot nero altoatesino che non era niente male.
Comments